Siamo qui alla Casa madre delle Figlie della Carità. Siamo legati con loro e con la loro storia.
La Compagnia delle Figlie della Carità fondata in 1633, è il capolavoro comune di san Vincenzo e di santa Luisa. La Compagnia si è sviluppata in tutto il mondo, fedele alla propria vocazione. Quando, un giorno del 1830, è arrivata in noviziato alla rue du Bac una giovane della Borgogna di 24 anni…
Le apparizioni della Vergine Maria a Caterina Labouré e la diffusione della medaglia miracolosa furono seguite da uno straordinario rinnovamento delle vocazioni, sia delle Figlie della Carità che dei Preti della Missione. Il fervore divenne più intenso.
Nel corso degli anni, la Compagnia ha continuato il suo servizio nello spirito dei Fondatori: umiltà, semplicità, carità.
A tutt’oggi, le Figlie della Carità sono presenti sui cinque continenti.
Vincenzo de Paoli
Alla Rue du Bac, ci può stupire di vedere San Vincenzo de Paoli accoglierci. Ma che cosa c’è di più normale che onorare i propri antenati? Questa è la casa Madre della Compagnia, fondata nel 1633 da Vincenzo e Luisa!
E poi si sa, i santi sono molto attivi in cielo. San Vincenzo è stato importante nella vocazione di Caterina, attraverso un sogno misterioso. Inoltre, il trasferimento solenne delle reliquie del Santo ha avuto luogo proprio il 25 Aprile 1830, qualche giorno soltanto, dopo l’arrivo di Caterina nel Noviziato di Parigi. Quale felicità per lei accompagnare il sacerdote della sua vocazione! Infine, San Vincenzo manifesta il suo cuore a Caterina, mentre è in preghiera nella Cappella della rue du Bac, tre giorni di seguito, tre colori diversi per annunciarle che l’ora della sua missione si stava avvicinando.
Il grande giorno arriva: la vigilia della festa di San Vincenzo, il 18 giugno 1830, Caterina ascolta la conferenza di una suora sull’amore del Signor Vincenzo per la Vergine Immacolata. Queste parole suscitano in Caterina l’ardente desiderio di vedere la Madonna. La giovane novizia si addormenta, pregando San Vincenzo, che ammira molto, perchè interceda in modo da esaudire il suo ardente desiderio. Dopo questa audace preghiera Caterina si addormenta. Un angelo la risveglia…
Luisa de Marillac
Santa Luisa era animata da un grande amore per la Madonna:
« Sono tutta tua, vergine Maria per essere più perfettamente di Dio. »
A dispetto delle controversie sorte nella Chiesa, Luisa era convinta della Concezione Immacolata della Madre di Dio e si augurava che questa fosse riconosciuta e celebrata, perché
« Maria è l’unica creatura pura sempre gradita a Dio ».
Per questo le Figlie della Carità aggiungono ad ogni decina del rosario una preghiera, che è scritta in lettere d’oro attorno alla cupola della Cappella:
« Santissima Vergine, credo e confesso la tua santa e Immacolata Concezione ».
Nel 1644, Santa Luisa consacrò la Compagnia delle Figlie della Carità alla Madonna, durante un pellegrinaggio a Chartres. Le ultime parole del suo testamento spirituale esprimono la sua devozione mariana:
« Abbiate molta cura del servizio dei poveri, e soprattutto di ben vivere insieme con grande unione e cordialità, amandovi reciprocamente, per imitare l’unione e la vita di Nostro Signore. Pregate molto la Santissima Vergine affinché sia la vostra Unica Madre. »
Caterina Labouré
Caterina Labouré è nata il 2 maggio 1806 in un villaggio della Borgogna, Fain les Moutiers. Era l’ottava di dieci figli di Pierre e Madeleine Labouré, proprietari di una fattoria. La morte di Madeleine, a 46 anni, immerse la famiglia nel lutto. Caterina, in lacrime, salì su una sedia per baciare la statua della Madonna e dirle: «Adesso, sarai tu mia madre».
A ventiquattro anni, Caterina, dopo avere superato molti ostacoli, entrò come novizia alla Casa madre delle Figlie della Carità, rue du Bac a Parigi. È qui, nella cappella, che la Madonna le apparve alcuni mesi più tardi, la prima volta fu per il 19 luglio 1830, per annunciarle una missione; la seconda volta, il 27 novembre seguente, per affidarle la medaglia che Caterina sarà incaricata di fare coniare. L’anno seguente, compiuto il seminario, suor Caterina è destinata a Reuilly, allora sobborgo povero a sud est di Parigi. Fino alla fine della vita servirà i poveri anziani, nel più totale nascondimento, mentre la medaglia si diffondeva miracolosamente in tutto il mondo. Caterina Labouré morì in pace il 31 dicembre 1876: «Parto per il cielo… vado a vedere Nostro Signore, sua Madre e san Vincenzo». Nel 1933, in occasione della sua beatificazione, si aprì il loculo nella cappella di Reuilly. Il corpo di Caterina fu ritrovato intatto e trasferito nella cappella della rue du Bac; qui venne installato sotto l’altare della Vergine al Globo.